UK: LA DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI IN RWANDA È LEGGE

Via libera del parlamento al piano per deportare migranti irregolari in Rwanda. Primi voli da luglio, ma l’Onu avverte: pericoloso precedente.

Dopo mesi di braccio di ferro politico, la proposta del governo per la deportazione dei richiedenti asilo in Rwanda è legge. Il provvedimento, di cui il premier Rishi Sunak si era fatto portabandiera e a cui ha legato la sua sopravvivenza elettorale in vista del voto previsto in autunno, è passato al vaglio del parlamento che lo ha approvato in via definitiva. Ora i Tory si aspettano di veder decollare il primo volo verso Kigali entro luglio. Ma le associazioni per i diritti dei rifugiati annunciano ricorsi alla Corte Europea per i diritti dell’uomo e l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto al premier inglese di “riconsiderare il piano”. A giudicare dalle sue affermazioni, però, Sunak non ne ha alcuna intenzione: “Questa – ha detto – è una svolta destinata a cambiare l’equazione globale dell’immigrazione” promettendo che “nessun tribunale fermerà i trasferimenti”. Il governo ha reso noto di aver già affittato gli aerei charter per i trasferimenti di inizio estate: circa 350 posti riservati a uomini oltre i 40 anni, entrati illegalmente nel Regno Unito dopo il primo gennaio 2022, che saranno deportati con un preavviso di 5 giorni al massimo. Intanto, a una manciata di ore di distanza da quando a Westminster il ‘Piano Randa’ diventava legge, tre uomini una donna e una bimba di sette anni, annegavano nella Manica dopo aver tentato la traversata all’altezza di Wimereux, a sud di Calais.

Cosa prevede il ‘Piano Rwanda’?

Varato nel 2022 dall’allora governo di Boris Johnson, ma mai diventato operativo a causa dei profili di incostituzionalità certificati dalla Corte Suprema, che hanno costretto il governo a varare il Safety of Rwanda bill, il piano prevede di trasferire nel paese africano i migranti giunti illegalmente nel Regno Unito attraverso il canale della Manica. Una volta arrivati a Kigalia coloro che lo richiedono sarà concessa la possibilità di chiedere asilo. In caso di successo, potrebbero ottenere lo status di rifugiati e il permesso di rimanere nel paese. In caso contrario, potrebbero chiedere di stabilirsi in Rwanda per altri motivi, o chiedere asilo in un altro “paese terzo sicuro”. In nessun caso, comunque, potranno chiedere di ritornare nel Regno Unito. Attualmente, all’attenzione del governo ci sarebbero – secondo la Bbc – circa 52mila persone. Tra loro, soprattutto migranti di origine asiatica e africana, ma anche cittadini afghani, arrivati oltremanica per fuggire ai talebani. L’idea mette d’accordo tutti: Londra, che può sentirsi meno in colpa per aver abbandonato l’Afghanistan ai talebani dopo vent’anni di guerra e il governo di Paul Kagame che ci guadagna e spera che in cambio dell’accoglienza al Rwanda non vengano imposte sanzioni o restrizioni.

Quanto costerà?

Londra ha già corrisposto al governo di Kigali, che non brilla per rispetto dei diritti umani, l’equivalente di 290 milioni di euro più altri 100 nei prossimi due anni. Ma, secondo quanto rilevato da un’indagine condotta dall’organismo di controllo della spesa di Whitehall, la spesa complessiva del piano potrebbe arrivare fino a mezzo miliardo di sterlineIl rapporto del National Audit Office (NAO) ha rivelato milioni di spesa in più, comprese 11mila sterline per ciascun biglietto aereo, mentre il Rwanda riceverà 20mila sterline per ogni richiedente asilo e un’integrazione di 120 milioni di sterline una volta che ne saranno arrivati 300. Il governo britannico ribatte che i costi della gestione interna del fenomeno sono molto più alti. Nel Regno Unito non sono esistono strutture equiparabili ai centri d’accoglienza e di conseguenza i costi per la gestione dei migranti sono nettamente più elevati. La mancanza di un sistema apposito fa sì che i richiedenti asilo vengano ospitati temporaneamente negli alberghi. Secondo il ministero degli Interni britannico, il costo medio per notte per ciascun richiedente asilo è di 140 sterline, a cui vanno aggiunti i servizi essenziali. Ciò significa che il costo totale a richiedente asilo in 5 anni sarebbe di circa 150mila sterline

Minaccia allo stato di diritto?

Nelle intenzioni di Sunak e del governo britannico la minaccia di deportazione dovrebbe servire come deterrente per scoraggiare gli arrivi illegali attraverso la Manica, anche se secondo diversi osservatori non è detto che la prospettiva da sola basti a dissuadere chi è disposto a rischiare la vita in una pericolosa traversata pur di raggiungere le coste del Regno unito. “Ora so che ci sono alcuni che sentiranno tutto questo e mi accuseranno di mancanza di compassione. Ma la verità è il contrario. (…) La verità è che abbiamo bisogno di soluzioni innovative per affrontare quella che è una crisi migratoria globale, per smantellare il modello di business delle bande di trafficanti e salvare vite umane”, ha detto Sunak cercando di accreditarsi agli occhi di altri leader che guardano con interesse all’esperimento come campione della creatività legislativa contro il fenomeno migratorio. Ma il suo piano è stato aspramente criticato dai gruppi per i diritti umani come una violazione del diritto internazionale. L’organizzazione benefica Freedom from Torture, insieme ad Amnesty International e Liberty, ha definito l’approvazione della legge una “disgrazia nazionale”, affermando che rappresenta “una minaccia significativa allo stato di diritto” e hanno descritto il Parlamento come una “scena del crimine”. Per gli attivisti, inoltre, la legge “fa strame del diritto internazionale” e “mette a rischio i sopravvissuti alle torture e altri soprusi”.

Tratto da ISPI

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