LE DUE COREE: LA SFIDA DI KIM

Il leader nordcoreano ha chiesto una modifica costituzionale per identificare il Sud come “nemico numero uno”.

L’unificazione con la Corea del Sud non è più possibile. Lo ha dichiarato il leader nordcoreano Kim Jong Un, in un discorso pronunciato all’Assemblea popolare suprema – il parlamento del paese – affermando che la Costituzione dovrebbe essere modificata per educare i nordcoreani sul fatto che la Corea del Sud è un “nemico primario” e ha accusato il Sud di tentare di fomentare il cambio di regime e di promuovere l’unificazione di nascosto. Kim – che governa la Corea del Nord dalla morte di suo padre nel 2011 – ha anche affermato che se scoppiasse una guerra nella penisola coreana, la Costituzione del paese dovrebbe riflettere la questione “dell’occupazione, riconquista e incorporazione” del Sud nel suo territorio. Il leader nordcoreano ha affermato inoltre che il Nord “non vuole la guerra, ma non abbiamo nemmeno intenzione di evitarla” secondo l’agenzia di stampa KCNA. E ha aggiunto che la “nuova posizione” relativa alle relazioni nord-sud, prevede lo smantellamento di tutte le organizzazioni incaricate della riunificazione. Se da un punto di vista pratico la decisione implica la sospensione dei colloqui, dei progetti di cooperazione economica e degli scambi umanitari, a preoccupare gli esperti è la dimensione ideologica della svolta annunciata. Il discorso di Kim, oltre a mettere in allarme Seul, è stato definito ‘senza precedenti’ da coloro che osservano con maggior attenzione la crisi intorno al 38° parallelo. Nonostante un accidentato e difficoltoso percorso di normalizzazione, le due Coree sono tecnicamente ancora in guerra perché dalla fine del conflitto, nel 1953, non è mai stato raggiunto un accordo di pace.

Le parole del leader nordcoreano hanno suscitato l’immediata condanna del presidente sudcoreanoYoon Suk Yeol, che ha anche condannato il recente lancio di missili e le esercitazioni militari da parte di Pyongyang vicino al confine marittimo tra i due paesi, avvertendo che ad eventuali provocazioni seguirebbero ritorsioni su “scala moltiplicata”. Anche gli Stati Uniti hanno espresso il loro disappunto per la retorica belligerante di Kim: “Siamo delusi dal continuo rifiuto del dialogo da parte della Corea del Nord – ha detto un portavoce del dipartimento di Stato – e dall’escalation della sua retorica ostile nei confronti della Repubblica di Corea”. Il discorso di Kim – che ha affermato anche che una guerra “decimerebbe” la Corea del Sud e causerebbe una sconfitta “inimmaginabile” al suo alleato americano – segna un deciso cambio di rotta dopo decenni di politica ufficiale tesa verso la riconciliazione e l’unificazione tra le due Coree, nonostante i frequenti aumenti della tensione. In questo senso, le modifiche costituzionali annunciate imprimono una rottura con il passato, quando il venerato fondatore Kim Il Sung, nonno dell’attuale leader, definì il Sud come un oggetto di riconciliazione e riunificazione pacifica sotto “una nazione, uno stato e due regimi”.

Il discorso del leader nordcoreano si inserisce in un deterioramento progressivo e costante delle relazioni tra Seul e Pyongyang. Un peggioramento che ha una data di inizio precisa – febbraio 2019 – e che coincide con l’implosione della ‘diplomazia nucleare’ di Kim con l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ad Hanoi, in Vietnam. L’animosità che seguì quella pubblica battuta d’arresto è stata accompagnata da un’espansione accelerata e senza precedenti dell’arsenale nucleare nordcoreano e da ripetute minacce di guerra nucleare contro Washington e Seoul. “Il nuovo approccio di Kim arriva mentre Pyongyang cerca di uscire dall’isolamento diplomatico e rafforzare la sua posizione a livello regionale” osserva Ankit Panda, del Carnegie Endowment for International Peace, secondo cui il leader nordcoreano starebbe cercando di sfruttare l’intensificarsi delle tensioni tra Stati Uniti, Russia e Cina per rafforzare i legami con queste ultime in un asse comune contro Washington. Eliminando l’idea di un senso di statualità condivisa tra le Coree, inoltre, Kim starebbe cercando di rafforzare il vecchio approccio della Corea del Nord di ignorare la Corea del Sud e tentare rapporti diretti con Washington, rafforzando al contempo il dominio dinastico della famiglia Kim.

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