UNA VOCE DA GAZA: “SEMBRA L’INFERNO, NESSUN LUOGO È SICURO”

Asia si trova nella Striscia di Gaza con la sua famiglia, si è spostata 5 volte per cercare riparo e chiede: “Vi prego fermate i bombardamenti”

La situazione qui è indescrivibile. Abbiamo sperimentato molti conflitti ma mai questa distruzione di massa. Vengono colpiti obiettivi casuali in interi quartieri, a volte anche senza preavviso”.

Parla direttamente dalla Striscia di Gaza, Asia, 31 anni, madre di due bambini. Impiega diverse ore a inviarci la sua testimonianza perché, con tutta la sua famiglia, si sposta continuamente alla ricerca di un luogo in cui rifugiarsi.

“Sabato alle 6 del mattino ci siamo svegliati con il suono dei bombardamenti. Ho preso più cose possibili, mie e dei bambini, e siamo scappati subito. Nessuno può immaginare la frustrazione e la follia in cui ci trovavamo, abbiamo lasciato tante cose e chissà se potremo mai tornare a casa.”

Dopo l’escalation di violenza iniziata sabato con l’attacco di Hamas in Israele e proseguito con la risposta militare e la dichiarazione di un “assedio totale”, nella Striscia di Gaza la situazione è precipitata rapidamente.

Raid su quartieri rimasti al buio, interi quartieri ridotti in macerie. Acqua potabile, carburante ed elettricità sono stati tagliati alla popolazione. Una situazione che, dice il Ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, non avrà fine finché tutti gli ostaggi israeliani portati a Gaza non saranno rilasciati.

“Per tre giorni non ci sono stati bombardamenti nel quartiere. Poi lunedì sera la gente ha iniziato ad evacuare le aree circostanti. Noi siamo rimasti nascosti nel seminterrato, solo Dio ci ha fatti uscire vivi il giorno dopo. La quantità di bombe sganciate nel quartiere è insopportabile e non si tratta di attacchi che mirano a danneggiare una porta o una finestra, queste esplosioni distruggono ogni cosa” prosegue. “È una corsa contro il tempo per salvare le nostre vite alla ricerca di un posto sicuro. La maggior parte delle scuole sono piene di gente e alcune sono state prese di mira, così come gli ospedali.”

Venerdì 13 la famiglia di Asia è stata costretta a evacuare di nuovo. Ma impossibile uscire dalla Striscia di Gaza ora è impossibile e chi è arrivato al confine con l’Egitto è stato rimandato indietro.

Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari Umanitari finora le persone sfollate sono 339mila, su 2,3 milioni di abitanti. La Giordania ha inviato i primi aiuti umanitari, l’Egitto nega la possibilità di creare corridoi umanitari per i palestinesi in fuga, ma si parla di un dibattito diplomatico in corso per creare un passaggio attraverso il valico di Rafah gestito dalle Nazioni Unite, per mettere in salvo soggetti fragili come donne, bambini, persone con disabilità. Al momento sono oltre 1200 i morti in Israele dopo l’incursione di Hamas, e secondo i dati del Ministero della Salute Palestinese sono 1500 le vittime a Gaza per i bombardamenti sul territorio. Le diverse migliaia di feriti stanno portando al collasso le strutture ospedaliereIn un comunicato, l’associazione Medici Senza Frontiere, attiva in Palestina, afferma:

In soli tre giorni abbiamo utilizzato le scorte di forniture mediche di tre settimane. Abbiamo ricevuto nel nostro ospedale un ragazzo di 13 anni il cui corpo era quasi completamente ustionato dopo che una bomba è caduta vicino alla sua abitazione e ha innescato un incendio. È molto difficile trattare casi come questi nelle condizioni in cui ci troviamo ad operare e quando sono coinvolti dei bambini è molto difficile da accettare”.

La notte è il momento peggiore, sembra l’inferno.” Prosegue Asia. “Spero che la comunità internazionale faccia pressione per fermare questi bombardamenti, siamo terrorizzati, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco il prima possibile. Ci siamo già spostati cinque volte, ho paura per la mia famiglia. Le persone sono per strada, nessun luogo è sicuro.”

Sara Del Dot

 

 

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