Caldo e anziani

Il senso di abbandono che ha accompagnato l’addio alle vittime del  rogo nella casa di riposo di Milano si lascia dietro una grande tristezza: i vecchi muoiono soli.  Dimenticati, ignorati, confinati in qualche periferia, scaricati come vuoti a perdere, sopraffatti dalla solitudine o dalle patologie che la moderna medicina ha reso croniche. E’ successo con il Covid e si ripete con il caldo feroce di questa estate tropicale: nessuno conosce con esattezza i numeri degli anziani che non vivono ma sopravvivono, affidandosi a un generico welfare o alla generosità del volontariato, che per fortuna non va in ferie.

Con il caldo estremo anche la contabilità è in fibrillazione. Nove milioni di anziani, secondo la Comunità di Sant’Egidio, sarebbero a rischio. A questo dato ne va aggiunto un altro: un italiano su dieci, secondo l’Istat, vive in condizioni di povertà assoluta. La Caritas aggiunge  che sei milioni di persone, oggi, si trovano in condizioni di grave fragilità.

La società tende a nascondere sotto il tappeto certe paure, rimuove, come ha fatto Milano con l’indifferenza,  il lutto cittadino per i sei poveri morti della Residenza sanitaria assistita del quartiere Corvetto, lascia cadere gli appelli del sindaco, del prefetto, del procuratore e dell’ arcivescovo che dal pulpito del Duomo invita a guardare gli anziani come persone e non come “il fascicolo di una pratica che finisce in archivio”. Ma se intorno a loro non c’è un progetto, una rete di assistenza che funziona, una famiglia, qualcuno che se ne prende cura, la vita non è più vita e la vecchiaia non è più un primato o una conquista: diventa squallida. E l’isolamento può essere un dramma. 

Si dice che i bambini ci guardano. Anche i vecchi. Con il caldo e la solitudine sono loro i più esposti all’emergenza. Molti anziani si lasciano andare perchè si sentono soli, abbandonati. Mantenerli nello spazio della vita attiva significa evitare il decadimento e con esso lo spreco di un patrimonio funzionale alla società. Si parla spesso di “presa in carico”, per gli anziani malati e soli. Ma è un luogo comune. Per togliere gli anziani dal mondo nascosto delle vite svalutate, Papa Francesco nella Giornata mondiale dei nonni e degli anziani di domenica 23 luglio ha sollecitato lo sforzo della politica e delle amministrazioni, poi ha chiesto una nuova alleanza generazionale mettendo in guardia “dal rischio di inseguire a tutti i costi i miti dell’efficienza e della prestazione…”.

Mai come oggi gli anziani hanno bisogno di essere rassicurati. Devono sapere che c’è qualcuno che si interessa di loro, che si occupa dell’ambiente in cui vivono, che si interessa della loro storia: per questo mantenere la centralità della casa è importante, a volte decisivo. Non basta un letto e un comodino in una Rsa. Servono spazi di relazione, di dialogo, di comunità. Gli anziani nelle citta non devono diventare “concentrati di solitudine o scarti improduttivi”, ha detto Papa Francesco.

Poter stare a casa propria, con un po’ di assistenza, e quando si sta male o ci si ammala poter essere aiutati per quel tempo che serve, è ancora possibile oggi per  milioni di anziani fragili? La possibilita di invecchiare nel proprio ambiente domestico rende urgente la necessità di intervenire sul patrimonio edilizio esistente, rendendolo age-friendly,  con nuove strutture abitative di convivenza, in alternativa al ricovero nelle strutture protette che estraniano dal mondo e dalla vita.

Se il caldo è un’emergenza, l’anzianità nella società che invecchia è l’ombrello sotto il quale nascondere inadempienze politiche e sociali, disattenzioni, mancati interventi e  assenza di programmazione e di prevenzione. Il disinteresse di anni presenta il  conto. Aumentano le malattie legate alla depressione.  Cresce il bisogno di assistenza a domicilio. La sanità è in affanno. Tocca al Terzo settore e al volontariato supplire alle carenze pubbliche. Donare agli altri in po’ del proprio tempo puo ridurre negli anziani anche il rischio di mortalità, sostiene la Società mondiale di geriatria. E chi fa della solidarietà e del dono un regola di vita, contrasta la malattia più insidiosa di oggi: la solitudine. “Ai vecchi insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia, ma con la solitudine”, ha scritto Gabriel Garcia Marquez. E lui, da scrittore, se ne intendeva.

di Giangiacomo Schiavi

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