Russia: Cosa resta della rivolta Wagner

La rivolta di Prigozhin ha il potere di una rivelazione devastante: su Putin, sull’esercito russo e su un paese in cui lo Stato è ridotto a scontro tra fazioni.. A distanza di 16 mesi dall’inizio dell’ “operazione militare speciale” che in pochi giorni avrebbe dovuto cancellare l’Ucraina dalle mappe geografiche, il presidente russo Vladimir Putin si è ritrovato a negoziare con un suo ex fedelissimo, i cui carri armati erano diretti verso Mosca. Agli occhi sgomenti del mondo, quella di sabato rimarrà impressa come una giornata degna delle pagine più convulse della storia russa recente, in cui gli eventi si sono succeduti con una rapidità tale da legittimare ogni possibile scenario: per diverse ore una guerra civile o uno schianto repentino del sistema di potere russo sono sembrate ipotesi non del tutto remote, con conseguenze imprevedibili ben oltre i confini russi. Che fosse frutto di calcolo spregiudicato o un gesto dettato dalla disperazione, se la rivolta di Yevgeny Prigozhin contro i vertici della Difesa russa può ragionevolmente dirsi conclusa a seguito di una mediazione improbabile almeno quanto tutto il resto, i suoi effetti saranno realmente visibili solo nei prossimi giorni e settimane. Già ora, però, una cosa appare chiara: c’è stato un prima e un dopo, per Vladimir Putin, per l’Ucraina e per Prigozhin. Ed è uno spartiacque che proietta la Russia in un tempo nuovo.

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