L’alfabeto della Gentilezza

A come amore, B come baci, C come carezze, P come pace. Da soli, con mamma e papà  oppure in classe con la maestra. I bambini scrivono l’alfabeto della Gentilezza. Lo hanno fatto  e continuano a farlo in tutta Italia, perché l’idea partita lo scorso 2 ottobre, in occasione della Giornata dei nonni, dalla associazione Cor et Amor è ormai diventata virale. Luca Nardi, 41enne insegnante di Ivrea che è l’anima di Cor et Amor, spiega a Buone Notizie che in pochi mesi sono arrivati seicento alfabeti della Gentilezza. Tanti e tutti diversi. A eccezione di quelle lettere, A-B-C, che parlano di amore, baci, carezze, sentimenti e gesti che evocano emozioni che forse (ma anche senza forse) ai bambini sono mancate nei due anni di pandemia.

Un bimbo ha accompagnato il “suo” alfabeto con una frase: «Essere gentile è coraggioso, oggi. Ma io voglio essere gentile». Frase che è diventata lo slogan di questa inedita campagna. L’alfabeto della Gentilezza è un nuovo tassello nella campagna di Cor et Amor che si manifesta anche con l’installazione di panchine di colore viola, il colore della Gentilezza. Ce ne sono già 240 disseminate in altrettante città lungo lo Stivale. Ma ogni  cittadino, spiegano dalla associazione,  può attivarsi diventando “costruttore” di gentilezza. Che ha tanti volti e sfumature.

La parola, intanto, è entrata anche nel cuore delle amministrazioni: il piccolo Comune di Rivarolo, nel Canavese, per primo ha introdotto l’assessore alla Gentilezza. E tanti altri lo hanno seguito.  E i costruttori di buone pratiche ispirate alla Gentilezza stanno declinando il progetto con creatività: così, ispirati alla Gentilezza, sono nati per esempio anche dei biscotti. Li hanno inventati a Carcare (Savona) e si chiamano i “Gentilini”.

di Paola D’Amico

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*