Alphonsine, le suore-ingegnere e la turbina elettrica nel loro convento in Congo.

Magari non è il caso di chiamarla vocazione, giusto per non confonderla con quell’altra in ragione della quale portano il velo. Ma un talento lo è di sicuro, per queste suore congolesi: parliamo della passione per la tecnologia, che già in passato aveva consentito loro di aggiustare i guasti elettrici quando il convento aveva qualche problema di quel genere. Ora però hanno fatto un salto di qualità: perché i loro superiori le hanno mandate a studiare ingegneria elettrica e loro sono diventate così brave da mettere a punto una idroturbina per dare corrente non solo al loro convento ma a tutta una parte della città in cui si trova.

Oltre al convento, in particolare, la turbina delle suore alimenta tra le altre cose una chiesa, due scuole, una clinica con tutto quel che contiene. La sorella che guida il gruppetto della mini centrale idroelettrica realizzata alle porte della città di Miti, nella Repubblica democratica del Congo, si chiama suor Alphonsine Ciza (foto sopra). “Il convento aveva bisogno di un tecnico, qualcuno che potesse aiutare quando c’era qualche problema con l’elettricità. Il che da queste parti vuol dire in pratica sempre. Hanno visto in me il talento dell’ingegneria elettrica – ha raccontato a Reuters – e mi hanno offerto l’opportunità di andare a studiare”.

La svolta è stata quando suor Alphonsine e le sue consorelle hanno terminato il corso. Perchè in quella città di circa 300mila abitanti le interruzioni di corrente sono un appuntamento fisso più volte al giorno, e loro si erano messe in testa di risolvere la faccenda una volta per tutte. Così suor Alphonsine si è messa a raccogliere f0ndi. E alla fine è riuscita a dotare il convento di una turbina e a renderla operativa: con una capacità di produzione elettrica ben superiore, come si è detto, a quella di cui il convento ha bisogno. “In precedenza – ha detto la superiora Mweze Nsimire Gilberte – l’elettricità spesso arrivava solo di notte. Avere la nostra turbina è stato un grande sollievo.”

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